Rasiglia si trova nelle vicinanze di Foligno in Umbria. Per visitare il borgo si impiegano circa due ore. Molti sono i soprannomi dati alla città tra tutti spicca la Venezia dell’Umbria, secondario è il nome dato dai turisti stranieri “la città dei ruscelli“.
La città in passato ha avuto come unica risorsa l’acqua, che ha saputo sfruttare nel migliore dei modi grazie alla costruzione di opifici e mulini ad acqua. Oggigiorno l’acqua da elemento essenziale per la sopravvivenza è diventato un attrazione per turisti. Per le stradine della città che si affacciano direttamente sul mare soprattutto nei weekend c’è tanto sovraffollamento. La città era negli anni scorsi visitata da pochissime centinaia di persone ma dopo che si è sparsa la voce sono a migliaia i turisti che vogliono visitare il meraviglioso borgo.
Indicarvi un vero e proprio percorso da seguire credo sia abbastanza insignificante, il borgo è piccolissimo, e conta 50 abitanti. Ristoranti non se ne trovano ma è ricca la presenza di botteghe artigianali dove comprare qualche souvenir o prodotti locali. Sulle pareti della città sono state affisse delle fotografie che ricordano gli antichi lavori svolti dagli abitanti di Rasiglia.
La Pescheria
L’attrazione che più mi è piaciuta di questa visita è stata la pescheria. La pescheria di Rasiglia è la più grande vasca di raccolta acqua della città. Qui venivano allevati un tempo gamberi e pesci di fiume per sfamare la popolazione. Per scattare una foto della pescheria basta recarsi sul ponte apposito.
L’acqua è stata fondamentale nel percorso formativo della città, per anni la forza di essa ha alimentato i mulini e la produzione di cereali. Molti mulini sono perfettamente conservati, con tutti gli utensili da lavoro, alcuni di essi anche visitabili.
I lanifici di Rasiglia
Molto importanti per la la città erano i Lanifici. All’inizio del primo insediamento il terreno di Rasiglia non era molto fertile, gli abitanti si dedicavano molto al pascolo e alla filatura della lana. La potenza che generava l’acqua infatti permetteva di dare potenza alle macchine addette alla filatura.
Molto diffuso era infatti l’allevamento tra la popolazione locale. Da qui si poteva ricavare soprattutto lana e carne oltre al latte.
Con il passaggio della forza manuale a quella meccanica alimentata dall’acqua si ebbe un progresso sotto il punto di vista della produzione.
Molti lanifici sono ancora intatti nonostante le guerre mondiali.
Il Lavatoio
Prima che l’acqua venne portata fin dentro casa le donne del luogo si riunivano per lavare i panni dei mariti al “Lavatoio” della città alimentato sempre da tutti i suoi fiumi.
Sul borgo dominava anche un castello costruito per difendere l’intera valle. Purtroppo molte interferenze come le intemperie, il decorso del tempo la mancata ristrutturazione hanno portato il castello al decadimento totale, ora resta solo qualche maceria.
La leggenda di Rasiglia
Una leggenda non attualmente verificata, è più una voce popolare che mi hanno raccontato quando sono stato in visita a Rasiglia. Durante gli anni della grande guerra una ragazzina del paese, l’unica della sua età, una sera di novembre dopo una litigata con la propria mamma si recò alla Pescheria. Nell’acqua riflessa vide una ninfa, rimase abbagliata dalla sua bellezza. La figura nell’oscurità gli disse di esprimere un desiderio. La bambina espresse solo il desiderio di essere felice con tutta la sua famiglia, il padre era partito per andare in guerra.la figura misteriosa chiese tempo sette giorni. Per una settimana intera la bambina si recò alla Pescheria per sperare di ritrovare la Ninfa, tutto invano nessuna figura si presentò al cospetto della bambina. Il settimo giorno quasi sconsolata la bambina stava per tornare indietro quando ad un tratto sul ponticello della Pescheria non vide al Ninfa ma il padre che dopo mesi in trincea ritornava a casa.
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